La ricerca porta avanti l’acquacultura, i vermi marini si riproducono e si accrescono per la prima volta in cattività
In Italia l’acquacultura si sta sviluppando sempre più per allevare spigole e orate ma ormai la ricerca del settore ci sta portando verso nuovi orizzonti. Infatti nei laboratori del Cnr Ismar di Venezia è stato portato a termine la prima riproduzione di Hediste diversicolor, in altre parole per gli amici pescatori, la tremolina.
Ma la notizia in realtà è ancora più rilevante perché presso il Centro ittiogenico dell’Università di Viterbo sono arrivati importanti risultati sull’ingrasso dei vermi. Quindi, non sono la ricerca ha garantito la riproduzione spontanea di questi animali ma anche il loro accrescimento.
Ma i risultati sono merito di un progetto iniziale sperimentale promosso dall’istituto di ricerca scientifica Unimar e dalla Fipo (Federazione italiana produttori operatori articoli pesca sportiva) con la collaborazione del Cirspe e sostenuto dal ministero delle Politiche agricole tramite fondi della Comunità europea per la pesca e l’acquacoltura.
Con questi risultati si allargherà sicuramente l’indotto che potrà generare la pesca sportiva e ricreativa. Ma naturalmente questi vermi avranno altri utilizzi, come diventare mangime naturale negli impianti di acquacoltura.
Non è un segreto che in tali impianti è forte l’impatto del mangime e spesso queste informazioni sono balzate sui media nazionali attraverso riprese presso gli allevamenti di spigole o orate in Italia o Grecia oppure di salmoni nel nord Europa. Senza considerare che oggi la raccolta di questi vermi avviene manualmente o con metodi impattanti sulla nostra costa in quanto è prevista la ricerca meccanica nella sabbia.
“Allevare vermi marini può offrire un reale contributo in termini di sviluppo commerciale a diverse imprese del mondo della pesca – fa sapere il presidente della Fipo Ciro Esposito – nel futuro potremo realizzare una nuova tipologia di azienda dedita all’acquacoltura dei vermi del Mediterraneo che fornirà, a costi più contenuti di quelli attuali, esche per la pesca sportiva e mangimi biologici per integrare la dieta dei pesci di allevamento”.
Esposito poi conclude: “La strada è ancora lunga per arrivare ad allevare tremolina in quantitativi adeguati per le esigenze del mercato, fa presente il presidente, ma essere riusciti a riprodurlo artificialmente consente di poter ritenere di ridurne il prelievo nel suo ambiente naturale”.
FONTE IMMAGINE DI COPERTINA: ANSA.IT