Ecco spiegato come funzionano gli starlight, accessorio essenziale nella pesca notturna
Durante le sere d’estate l’unica possibilità è pescare di notte come previsto dalle ordinanze balneari. Pertanto è vitale l’utilizzo della torcia ma per molti è indispensabile l’uso dello starlight.
Qualcuno lo posiziona in cima alla canna da pesca, qualcuno pratica l’ascensore e altri lo posizionano sul galleggiante; lo star light è veramente un valido alleato durante la pesca in notturna.
Eppure in tanti si saranno chiesti come avviene questo piccolo “miracolo” alieutico. Tutto è basato sulla chemiluminescenza. Si tratta di una reazione in grado di sviluppare luce.
Questo avviene perché lo starlight è composto da tre componenti: acqua ossigenata, definil ossalato e un pigmento luminescente.
Inizialmente i tre reagenti non sono mischiati in quanto l’acqua ossigenata è conservata dentro una fialetta interna. Quando il pescatore pratica la pressione delle dita sullo starlight avviene la rottura della fialetta interna. Così i reagenti si mischiano ed avviene la reazione. A sua volta la reazione genera energia che eccita gli elettroni del pigmento luminescente. Gli elettroni tornando al loro stato iniziale emettono luce.
Ma come tutte le cose belle anche questa reazione ha una fine. Quando si consumano i reagenti, non si riesce più a sprigionare energia. Così elettroni finiranno di eccitarsi e torneranno al loro stadio di quiete in poco tempo. Lo stadio di quiete degli elettroni significa assenza di luce e quindi lo starlight ha terminato la sua vita utile e si può buttare nel cestino.