Recenti studi hanno evidenziato una presenza ingombrante di plastica tale per cui si cita il “Great Pacific Garbage Patch“, anche detto Grande chiazza di immondizia nel Mediterraneo. Ma non basta: punti remotissimi come la Fossa delle Marianne, fossa oceanica conosciuta al mondo come la più profonda, e la Cocos Island al largo dell’Oceano Indiano, hanno visto ritrovamenti di rifiuti di plastica di diversa natura (leggi qui).
E non a caso proprio le ultime ricerche hanno introdotto la parola Antropocene per definire un’epoca in cui le azioni umane hanno un concreto impatto sulla storia della Terra. A questa definizione è stata recentemente aggiunta quella del Plasticene, ad indicare un’ epoca in cui la plastica ha impatto non indifferente (leggi qui).
Dati i presupposti, dal 2015 è attiva una politica ambientale per cercare di risolvere il problema e sono state introdotte diverse leggi: negli Stati Uniti ci si riferisce, ad esempio, al divieto di aggiungere sfere di plastica all’interno dai cosmetici. Stesso discorso per il Regno Unito: microplastiche eliminate da questi prodotti. L’Italia quest’anno si adeguerà a questo tipo di decisioni. Dal 2020 a San Francisco saranno bandite le bottiglie di plastica, mentre l’Italia ha vietato non solo il materiale monouso di piatti, bicchieri e posate ma anche la produzione di cotton fioc non biodegradabili; ha proseguito con l’uso di sacchetti ecologici nel commercio, mentre i sacchetti di plastica sono stati banditi anche in molti paesi africani (leggi qui).